La Madonna di Loreto Padrona degli Aviatori
La Madonna di Loreto Padrona degli Aviatori
Si narra che nel 1213 san Francesco, trovandosi in Terra Santa mentre incombeva sulla Palestina la minaccia dei saraceni, predisse che la casa di Nazaret sarebbe stata salvata dalla distruzione. Verso il 1283 quando, dopo aver distrutto tutte le chiese cristiane, i saraceni si accinsero a distruggere la Basilica che conteneva la casetta della Madonna di Nazaret, una luce immensa avvolse la Basilica e dal bagliore emerse la casetta che prese il volo verso il Mediterraneo. Il 10 maggio 1291 la casetta, proseguendo il suo volo verso occidente adagiata sulla luce, prende terra in località dalmata presso Tersalo. Anche un sacerdote che ebbe una visione confermò che quella era la casa di Nazaret con la statua della Madonna scolpita da san Luca. Il 10 dicembre 1294 la Madonna riparte dalla Dalmazia e riprende il volo verso l'Italia. La sua casa natale di Nazaret, sollevata e trasporta. dagli angeli, atterrò in mezzo a un bosco nel territorio di Recanati, di fronte all'Adriatico. Si fermò definitivamente a Santa Maria del Laureto, nelle Marche. Qui fu eretto un santuario attorno alla Santa Casa dando origine a un borgo nato con il nome di Villa Maria, poi divenuto Loreto. Studi recenti hanno confermato che la Santa Casa venne portata dai crociati, ma ciò non ha intaccato la secolare venerazione. A lei vennero consacrate da Padre Kolbe, sentendo ormai prossima la sua fine, le prime suore polacche che chiamò appunto «Loretane» dando loro la regola di san Benedetto «Ora et labora». Oggi le Suore Loretane sono presenti in tutta la Polonia e in varie nazioni dell'Est europeo. In Italia sono presenti a Bergamo sin dal 1980. Per la spontanea devozione degli uomini che iniziavano a solcare il cielo nella prima Guerra, papa Benedetto XIV, con Breve Pontificio del 24 marzo 1920, la proclamò Patrona degli Aviatori di tutto il mondo. Il governo italiano la indicò per la nuova giovane Arma azzurra e nel 1921 fece costruire nei pressi di Loreto un campo di aviazione. Festà della Patrona: 10 dicembre festa dell'Arma: 28 marzo (anniversario della costituzione 1923) Cenni sulle origini della preghiera La prima notizia ufficiale si legge nel Foglio d'Ordine n.5 del Commissariato di Aeronautica, in data 15 marzo 1925: «Presso il centro di Ricognizione è in corso di stampa, e sarà prossimamente pubblicato in 8000 esemplari, un cartoncino contenente una preghiera dell'aviatore e un decalogo per l'aviere...». Il 10 agosto 1925 l'Ufficio di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, trasmette all'Ufficio storico del Ministero della Guerra cinque copie della «Preghiera degli Aviatori» con in calce la firma autografa di Vittorio Malpassuti (poeta e scrittore del '900). Vittorio Malpassuti dei marchesi di Montiglio, conte di Andoglio, consignori di Castelcebro, Colcavagno, Cortanze, Montiglio, nacque a Carbonara Scrivia il 22 settembre 1889 e morì a Roma il 30 agosto 1944. E’ stato scrittore, poeta, giornalista, sceneggiatore, drammaturgo e regista del doppiaggio italiano. La preghiera adottata dall'Aeronautica Militare, da recitare nelle cerimonie militari solenni che riguardano la Forza Armata o i suoi appartenenti, originariamente aveva il seguente testo: 2 da “Sacrari –Santi patroni-Preghiere militari “ edizioni Messaggero Padova Dio di grazia e d'amore, Dio della primavera, che doni l'arcobaleno ai nostri cieli, noi saliamo nella tua luce, compagni delle allodole e delle rondini, per cantare col rombo dei nostri motori la tua gloria. Noi siamo uomini, ma saliamo verso di te, dimentichi del peso della nostra carne, puri dei nostri peccati e l'azzurro dei tuoi cieli e il sangue delle nostre vene hanno lo stesso colore, e tu, Dio, dacci le ali delle aquile, lo sguardo delle aquile, l'artiglio delle aquile, per portare, ovunque tu doni la luce, l'amore, la bandiera, la gloria d'Italia e di Roma. Fà, nella pace dei nostri voli, il volo più alto.. Fà, nella guerra, della nostra forza, la tua forza, o Signore, perché nessuna ombra sfiori la nostra terra e fà, quando sia l'ora, dei tuoi cieli la nostra corona. E, sii con noi, come noi siamo con te, per sempre. La Preghiera degli Aviatori è esposta nel suo testo originale, su targhe in bronzo (opera del Tenente Colonnello Zanelli), presso il palazzo sede dello Stato Maggiore dell'Aeronautica (Sala della Madonna di Loreto) a Roma e presso il Museo Storico dell'Aeronautica Militare a Vigna di Valle. La Preghiera degli Aviatori, nonostante la mancata approvazione ufficiale religiosa, si diffuse rapidamente e sostituì la Preghiera del Soldato o quella per la Patria, che fino allora si leggeva al termine delle celebrazioni Religiose. Negli anni successivi, la mancanza di ufficialità determinò l'apparire di numerose preghiere dell'Aviere, questa volta arricchite dall’ imprimatur ecclesiastico. I Cappellani si lamentarono di questa confusione, e delle lamentele si fece interprete il Cappellano Capo don Giuseppe Vitello, il quale chiese che venisse riconosciuta la prima e più diffusa tra le preghiere «virile e fiera» o ne venisse composta una nuova e più attuale. Il nuovo Ordinariato Militare, monsignor Carlo Alberto di Cavallerleone, compose perciò una nuova «Preghiera dell'Aviere» inviandola dapprima all'avvocato Mario Cevolotto, Ministro della Regia Aeronautica e recapitandola poi - con Prot. 1058/ord. datato 8 febbraio 1946 - a tutti i Cappellani della Regia Aeronautica, affinché «dalla domenica Sessagesima 24 febbraio corrente...» fosse recitata al termine delle cerimonie religiose presso i reparti della Regia Aeronautica. 3 da “Sacrari –Santi patroni-Preghiere militari “ edizioni Messaggero Padova
Dio di potenza e di gloria,
che doni l'arcobaleno ai nostri cieli,
noi saliamo nella tua luce per cantare,
col rombo dei nostri motori,
la tua gloria e la nostra passione.
Noi siamo uomini, ma saliamo verso di Te,
dimentichi del peso della nostra carne,
purificati dei nostri peccati.
Tu, Dio, dacci le ali delle aquile,
lo sguardo delle aquile, l'artiglio delle aquile,
per portare, ovunque tu doni la luce,
l'amore, la bandiera, la gloria d'Italia e di Roma.
Fà , nella pace dei nostri voli, il volo più ardito,
fà, nella guerra, della nostra forza, la tua forza, o Signore,
perché nessuna ombra sfiori la nostra e sii con noi,
come noi siamo con Te,
per sempre.